Tutto iniziò quel settembre del 2007 quando l’indimenticabile Tullio costruì per me questo tavolo, nudo e dalla destinazione incerta. Fino a quel momento mi ero applicata per supplire con ingegno ad una scarsa manualità.Mi era arrivata dall’oriente una collezione di carte tanto belle da mandarmi fuori di testa.
Scattò un corto circuito e, come per magia si spalancò lo sportello più trasgressivo della mia mente.
Da allora ho incartato il mondo! Una gioiosa esaltazione mi porta a lavorare febbrilmente su vecchi mobili obsoleti che si offrono docili alla furia delle mie mani, oppure su nuovi legni che cedono la loro incolore banalità alla ricchezza di improbabili accordi cromatici. Non c’è superfice che mi resista, plastica o vetro,muro metallo o coccio…
Utilizzo le più belle carte del mondo che vengono da me dissacrate,bagnate, sfibrate, con ardimentosa carica emozionale.
Avviene allora, come per magia che eserciti di colori si sfidino e si contrastino, appropriandosi della superficie sottostante e anche di qualsiasi mia volontà razionale.Con un fissaggio invisibile completo il lavoro,che diventa indistruttibile.